giovedì 1 agosto 2013

Lobby Gay in Vaticano: la mappa esatta c'è. Due cartelle rigide rilegate in rosso nella "relatio" dei tre cardinali incaricati da BXVI e dedicata alle abitudini sessuali della curia: si fanno nomi precisi, si elencano le cordate, si fa riferimento a fatti riferiti sotto giuramento da ecclesiastici e messi a verbale



«Si scrive tanto sulla lobby gay nella Santa Sede, ma ancora non ho una cartella con le identità di chi ne farebbe parte» (Bergoglio, Conferenza in aereo da Rio)


(Repubblica.it) - 17 dicembre 2012, San Lazzaro. I tre cardinali consegnano nelle mani del Pontefice [BXVI] il risultato del loro lavoro. Sono due tomi di quasi 300 pagine. 


Due cartelle rigide rilegate in rosso, senza intestazione. Sotto "segreto pontificio", sono custodite nella cassaforte dell'appartamento di Ratzinger. Le conosce soltanto, oltre a Lui, chi le ha scritte. Contengono una mappa esatta della zizzania e dei pesci cattivi. Le "divisioni nel corpo ecclesiale che deturpano il volto della Chiesa", dirà il Papa quasi due mesi dopo nell'Omelia delle Ceneri...




Benedetto XVI aveva di nuovo incontrato il cardinale Julian Herranz, 83 anni, lo spagnolo dell'Opus Dei da lui incaricato di presiedere la commissione d'indagine su quello che i giornali chiamano Vatileaks. Il corvo, la fuga di notizie, le carte rubate dall'appartamento del Papa. 

Herranz ha aggiornato Ratzinger con regolarità. Ogni settimana, in colloquio riservato, da aprile a dicembre. Il Papa ha appreso con crescente apprensione gli sviluppi dell'inchiesta: decine e decine di interviste a prelati, porporati, laici. In Italia e all'estero. Decine e decine di verbali riletti e sottoscritti dagli intervistati. Le stesse domande per tutti, dapprima, poi interviste libere. Controlli incrociati. Verifiche. 

Un quadro da cui veniva emergendo una rete di lobby che i tre cardinali hanno diviso per provenienza di congregazione religiosa, per origine geografica. I salesiani, i gesuiti. I liguri, i lombardi. 

Infine, quel giorno di ottobre, il passaggio più scabroso. Una rete trasversale accomunata dall'orientamento sessuale. Per la prima volta la parola omosessualità è stata pronunciata, letta a voce alta da un testo scritto, nell'appartamento di Ratzinger. Per la prima volta è stata scandita, sebbene in latino, la parola ricatto: "influentiam", Sua Santità. Impropriam influentiam.

>http://www.repubblica.it/esteri/2013/02/21/news/ricatti_vaticano-53080655/

Panorama: il 'dossier' che condizionerà il Conclave

In Vaticano lo chiamano la madre di tutti i dossier


Il dossier, spiega Panorama, tratteggia una grande e particolareggiata fotografia della curia romana e non risparmia neppure i collaboratori più stretti del Pontefice. Racconta le correnti, i gruppi di potere, gli interessi economici, l’attivismo di alcuni porporati per favorire o danneggiare i colleghi. E poi da parte di alcuni l’uso spregiudicato della «macchina del fango» per colpire gli avversari e perfino una potente lobby gay in grado di condizionare carriere e decisioni.
Alcuni ecclesiastici tremano, scrive Panorama, mentre altri già pensano a contromisure.
Quel che è certo è che nessuno potrà ignorare il contenuto del rapporto e che dalla Cappella Sistina dovrà uscire un Papa non ricattabile per poter procedere all’azione di pulizia che Benedetto XVI ha affidato al suo successore.

> http://news.panorama.it/cronaca/conclave-vaticano-dossier-papa


I veleni e la lobby gay

Da quando Papa Francesco ha parlato di gruppi di pressione omosessuali in Vaticano, fra le sacre mura sono ripartiti dossier e lettere anonime. Per fermare carriere e consumare vendette. Il loro obiettivo? Mettere in difficoltà il nuovo corso del Pontefice e rallentare le sue riforme

24-06-2013

A Panorama risulta che è un intero capitolo quello dedicato alla «rete gay» nella «relatio» redatta dai tre cardinali detective incaricati da Benedetto XVI di indagare sulla curia: Julian Herranz, Salvatore De Giorgi e Jozef Tomko.

E Jorge Mario Bergoglio stesso vi ha fatto riferimento rivelando ai vertici della Confederazione latinoamericana dei religiosi l’esistenza di una «lobby gay» in Vaticano. Poche parole, ma sufficienti a riscoperchiare il vaso di Pandora nelle sacre stanze.

A complicare il quadro contribuisce la presenza del Papa emerito, Benedetto XVI, che come risulta a Panorama spesso viene fermato nei Giardini vaticani da ecclesiastici che desiderano parlare con lui, mentre già diversi porporati sono stati a trovarlo nel monastero Mater Ecclesiae dove si è ritirato.
E non è da escludere che qualcuno abbia approfittato di questi colloqui per esprimere perplessità e riserve sul nuovo corso. Le parole di Papa Francesco sulla lobby gay hanno diviso in due la curia. Per alcuni si è trattato di una frase infelice che rischierebbe addirittura di compromettere la tanto attesa operazione pulizia di Bergoglio. Perché a questo punto proprio la rete dei gay in curia sarebbe più compatta e più accorta, convinta che il Pontefice dopo quella frase difficilmente potrà spostare figure chiacchierate per non dare ulteriore adito alle voci.

Per altri invece è il segnale per iniziare una radicale opera di pulizia. In realtà Papa Francesco vuole che il Vaticano diventi una casa di vetro e di proposito rifiuta linguaggio e tatticismi curiali. Per questo fa già paura e suscita una rete sotterranea di resistenza e avversione. Nel capitolo della relatio dei tre cardinali dedicato alle abitudini sessuali della curia, si fanno nomi precisi, pare anche di qualche porporato, si elencano le cordate, si fa riferimento a fatti specifici rivelati sotto giuramento da altri ecclesiastici e messi a verbale.

Non esiste solo una cordata di gay in Vaticano, ma filiere diverse non di rado in lotta fra loro. Risultano anche gli appoggi garantiti da alcuni capidicastero a omosessuali per farli progredire nella carriera fuori dal Vaticano.

>http://news.panorama.it/cronaca/vaticano-lobby-gay-papa-francesco-vatileaks


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